Intervista del segretario del Pri a "La Stampa"

Pubblichiamo l’intervista che il segretario del Pri Francesco Nucara ha rilasciato a Paolo Festuccia su "La Stampa" del 28 luglio 2010

"Figuriamoci se moriremo di fame, ma il taglio di mille euro sulle retribuzioni dei deputati è iniquo, ingiusto e soprattutto inutile". La pensa così il parlamentare del Pdl e segretario del Pri Francesco Nucara che aggiunge: "Sa che le dico?...Che se pensano di risolvere così la crisi nel Paese allora siamo davvero lontani dall’uscire dal tunnel".

Ma i suoi colleghi si sono detti d’accordo con i tagli, non si sente isolato in questa vicenda?

"In Parlamento ci sono tanti ipocriti. Chi si dice d’accordo è perché è stato eletto come il cavallo di Caligola: scelto e messo in lista, senza spendere un soldo in campagna elettorale, metter su pranzi e cene nel collegio e molto probabilmente senza nemmeno pagare i suoi collaboratori".

Ma non è possibile, almeno non per tutti è così...

"Mi creda. Questo è un Parlamento di nominati. Se non avessi fatto campagna elettorale, o stampato brochure e manifesti, e me ne fossi stato in vacanza a New York sarei ugualmente deputato. E’ questa la vera anomalia. Io faccio politica attiva nel collegio, ci vivo, incontro gente, pago al ristorante, e l’indennità la utilizzo quasi interamente per la mia attività sul territorio".

Ma sempre una bella fetta di indennità le resta, nonostante la riduzione di mille euro...

"Certo. Per questo penso che si dovrebbe fare come in Europa, dove i portaborse sono assunti e pagati dal Parlamento. Basta indennità ai deputati. Anche perché quanti di questi soldi arrivano poi concretamente nelle tasche degli assistenti?".

Quanti onorevole Nucara?

"Non lo so, ma certamente meno di quanto ogni mese viene elargito dal servizio competenze del Parlamento".

Al di là delle sue rivendicazioni non le pare opportuno però che se il Paese deve sopportare dei sacrifici, questi spettino anche alla casta?

"Sacrosanto, ma questi mille euro non risolvono nulla. Noi repubblicani questa Finanziaria la voteremo, ma al ministro Giulio Tremonti ho mandato una lettera esortandolo a smettere di fare il padano per fare l’italiano. Diversamente regaliamo il Mezzogiorno a Fini e Casini".